La vita secondo Ricky

Avevo promesso a Riccardo che avremmo fatto una cosa speciale. Fortunatamente non gli ho detto cosa perché temevo l’imprevisto che, ovviamente, si è verificato e ha fatto saltare la mia sorpresa (a questo punto solo rimandata).

Così abbiamo ripiegato sul centro commerciale dove dovevamo acquistare del materiale scolastico e davanti a un caffè (il mio, lui è già agitato di suo), tra un commento sulla scuola e uno sul karatè, siamo finiti a parlare della vita.
Queste le perle dall’alto dei suoi nove anni.

  • Il mondo degli adulti
    Deve essere bello essere grandi, puoi fare quello che ti pare. L’unica cosa che non capisco è perché parte dei soldi guadagnati con il lavoro non vengano usati per aiutare chi i soldi non ce li ha. Se tutti facessimo così non ci sarebbero più i poveri.
  • L’amore
    E’ la cosa più importante che esista, senza amore si è soli e la solitudine è triste. E poi senza l’amore non ci sarebbero i bambini e i bambini rendono allegro il mondo.
  • L’omosessualità
    Io non capisco una cosa. Si dice sempre che bisogna volersi bene e non farsi la guerra. E allora perché alcune persone non vogliono che ci si voglia bene? Cosa importa se vogliono bene a persone dello stesso sesso? E’ sempre amore e l’amore dovrebbe essere una cosa bella, non una cosa brutta da vietare.
  • La vecchiaia Io voglio che diventiamo vecchi insieme. Non voglio che tu sei vecchia e io resto giovane. Dobbiamo invecchiare e morire insieme. Lo stesso giorno, così non soffriamo.img_9705

OTTO IN CUCINA, L’OPEN DAY CHE FA VENIRE VOGLIA DI CUCINARE

Più spaesato di un cinese alle primarie del PD, ci sono solo io alla presentazione dei corsi di cucina.

Tuttavia, se ad organizzarli è l’associazione enogastronomica Otto in Cucina  , le cose cambiano assai. Perché quando senti parlare di arte culinaria con una tale passione e quando constati il clima gioviale, affettuoso e allegro che aleggia tra i docenti e i corsisti, capisci che dietro c’è molto più di una lezione gastronomica.
Mi è stato sufficiente intervistare la Presidente, Simona Guerra, all’Open Day organizzato per presentare il calendario dei corsi per la stagione 2016/2017, per capire quali sono i punti cardine di una buona organizzazione.
Da un lato la scelta di avere più docenti, ognuno esperto in una specifica disciplina per garantire la massima competenza e professionalità; dall’altro, quella di limitare il numero dei corsisti a otto in modo da poterli seguire in maniera più attenta in ogni fase del lavoro. La decisione di avere solo otto corsisti, peraltro, fa sì che si crei un ambiente familiare e conviviale tra i gruppi ed è frequente che nascano amicizie (anche degli amori – giusto per fare del gossip -) e che alcuni gruppi, dopo, si frequentino anche al di fuori delle cucine. E questo nonostante il target dei partecipanti sia molto variegato.
L’empatia che si crea all’interno dei corsi l’ho vista ieri sera negli occhi lucidi di Simona Guerra mentre mi raccontava dei ragazzi conosciuti alle ultime lezioni e di come alla cucina si siano mischiati vita e sentimenti che hanno portato ad un arricchimento di emozioni reciproco.

Se siete curiosi questo è il loro bel sito: http://www.ottoincucina.it

Organizzano sia corsi di cucina base che corsi più specifici a prezzi assolutamente competitivi (i costi li trovate tutti indicati) che li rendono appetibili anche come idea regalo per amici e parenti appassionati di cucina.

Una piccola curiosità: organizzano anche corsi per bambini dai sei anni in su.

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Associazione enogastronomica Otto in Cucina
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Con la Presidente Simona Guerra
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I docenti Chef Alessandra Cavazzi e Chef Giampiero Le Pera

 

LA RIAPERTURA DELLA SCUOLA NON E’ UNO SPORT PER SIGNORINE:GUIDA SEMISERIA DI SOPRAVVIVENZA

Mancano pochissimi giorni alla riapertura della scuola e i nostri cari adorati bambini, i nostri pezzi di cuore, le nostre meravigliose creature che dal lontano, lontanissimo giugno ci stanno attaccati alle gambe come cozze allo scoglio, finalmente si toglieranno dalle scatole!
Perché diciamolo: saranno pure pezzi di cuore, saranno anche la luce dei nostri occhi ma dopo tre mesi di urla, disordine, tv accese e “dimmi perché no!”, il caro ufficio ci sembra lo Shangri-la.
Tuttavia nemmeno l’anno scolastico è una passeggiata di salute soprattutto per noi mamme, che oltre al “solito” pacchetto casa-lavoro dobbiamo accollarci pure i compiti, le attività extra-scolastiche e le assemblee dei genitori.
Ho pensato quindi che sarebbe stato utile redigere una guida di sopravvivenza in grado di aiutare coloro che quest’anno entreranno nel magico mondo della scuola elementare.

1. PUNTARE LA SVEGLIA IL PIU’ TARDI POSSIBILE

Capisco che vi possa sembrare ‘estremo’ ma credetemi, qualunque cosa facciate, organizziate, incastriate affinché tutto, da quando suona la sveglia a quando si esce di casa, fili liscio, voi sarete sempre, costantemente, inesorabilmente in ritardo.
Al bambino scapperà la cacca mentre voi chiamate l’ascensore; vi accorgerete di una macchia/buco/padella d’olio nella maglietta preferita del pargolo ma per cambiarla nasceranno discussioni interminabili perché se la creatura aveva deciso di andare a scuola con la t-shirt dell’Uomo Ragno è inconcepibile, nel suo universo, che debba andarci con la maglietta di Hulk; solo una volta arrivati in garage vi accorgerete di aver dimenticato in casa le chiavi della macchina o la merendina del bambino o proprio il bambino.
Questi sono solo alcuni dei contrattempi che ogni mattina (e quando dico ogni mattina intendo ogni singolo giorno di scuola da settembre a giugno) vi capiteranno, perciò, datemi retta, dato che sarete sempre e comunque in ritardo, non sottraetevi ore preziose di sonno: riposate più che potete.

2. DOTARSI DI MEZZO DI TRASPORTO IDONEO

Se pensate che raggiungere l’ingresso della scuola sia la cosa più semplice, beh, state notevolmente sottovalutando la questione.
Noterete presto che tutte le scuole, inspiegabilmente, sono state edificate nelle strade più impervie della città: quella più comoda si trova in una via fatta a L, a senso unico e con svariati esercizi commerciali con intensa attività di carico/scarico.
Pertanto un adeguato mezzo di trasporto è fondamentale. E’ adeguato il veicolo in grado di affrontare: nonni con la Panda che pur arrivando in anticipo poi bloccano il traffico nel compiere tra le trentacinque e le quaranta manovre per posteggiare l’auto; le eco-mamme in bicicletta con due/tre figli a bordo che fanno lo slalom tra il marciapiede e le auto; le milf incarognite col Suv che asfaltano chiunque si pari davanti costituendo un ostacolo al loro appuntamento delle nove dal parrucchiere; camion a rimorchio convinti di essere una Smart.
Non va meglio a chi, avendo la scuola vicino a casa, può permettersi di andare a piedi. Deve vedersela con: padri in giacca e cravatta già incazzati (ai professionisti, si sa, piace partire col giusto atteggiamento già da casa) che portano i figli in scooter percorrendo il marciapiede e parcheggiando praticamente sui piedi della bidella; bambini di quinta elementare che corrono con i loro zaini-trolley da 185 chili amputando caviglie e lesionando tendini a chiunque si pari davanti; neo mamme con i bebè che pretendono di passare davanti a tutti a colpi di carrozzina nei reni.

3. FARSI AMICHE TUTTE LE MAMME DELLA CLASSE

Lo so è durissima, tra quella che “mio figlio è un genio”, quella che per farla smettere di parlare bisogna abbatterla e quell’altra col foulard al collo e l’aria “Fosse stato per me avrei mandato mio figlio alla privata invece mi tocca venire qui in mezzo al volgo”, preferireste ingoiare la valigetta dei regoli.
Ma vi accorgerete presto di quanto sia importante avere un buon rapporto con le mamme, soprattutto quelle che la mattina hanno tempo per fare capannello davanti alla scuola. Loro governano il mondo: decidono riunioni, gite, corsi extra-scolastici, raccolgono fondi, distribuiscono inviti, aggiornano su eventuali scioperi, ritardi, assenze, supplenti.
Senza considerare le volte in cui il pargoletto sbaglierà a scrivere i compiti sul diario o sarà assente da scuola: le altre mamme diventeranno la vostra unica àncora di salvezza.

4. FINGERSI MORTI DURANTE L’ELEZIONE DEL RAPPRESENTANTE DI CLASSE

Il momento più temuto da ogni genitore è l’elezione del rappresentante di classe. Se pensate che la soluzione sia non presentarsi nemmeno alla riunione sappiate che, assentandovi, firmereste la vostra condanna a morte e vi ritrovereste eletti all’unanimità.
A nulla varranno le vostre scuse perché sono le scuse di tutti: il lavoro che impegna tutto il giorno, la casa da ristrutturare, la separazione, la morte del gatto. Piuttosto che ricoprire quel ruolo, ogni genitore preferirebbe guardare una puntata intera di Pomeriggio 5. Forse.
La vostra unica speranza è che nel gruppo di genitori ci sia quello che dalla prima elementare alla quinta liceo è stato un secchione di prim’ordine ma poi, per vicissitudini varie, non ha mai fatto carriera e quindi cerca il suo riscatto sociale ricoprendo ruoli di pseudo potere, dal rappresentante di classe all’ausiliare del traffico. Ecco lui si offrirà volontario e lo farà per tutti i cinque anni: sarà pignolo e rompiscatole, praticamente perfetto.

5. NON ENTRARE MAI, PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO, NEL GRUPPO DI CLASSE WHATSAPP

L’idea nascerà con i migliori intenti: passarsi rapidamente informazioni utili relative alla scuola. Tuttavia dovete tenere presente che stiamo parlando di circa una ventina di donne che ogni giorno vorranno dire la loro su qualsiasi cosa, dalla scelta della mensa di mettere la mela al posto del kiwi a fine pasto, all’inadeguatezza della carta igienica a due veli.
Una pioggia di notifiche che nemmeno Belen se rendesse pubblico il numero del suo cellulare.
A ciò si aggiunga che le donne non riescono a troncare una qualsiasi conversazione senza un minimo di divagazione pertanto la cosa più normale che possa accadere è che partendo da una richiesta di chiarimento sull’esercizio di matematica di pag. 12 vi ritroviate nel giro di una cinquantina di risposte, la ricetta della crostata alla crema, il telefono di un bravo osteopata, l’indirizzo del negozio Amici Cuccioli che ha in offerta i croccantini del gatto.
Datemi retta, se vi aggiungono al gruppo classe WhatsApp, abbandonate il gruppo, eliminatelo, spegnete il cellulare, distruggere la batteria, fingetevi morti.

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ORIGANO MON AMOUR

Ho trascorso le estati della mia infanzia in meridione.

Gli odori e il gusto sono i due sensi che mi riportano immediatamente a quei giorni.
L’origano è il pane col pomodoro che mi faceva nonna per merenda o il pomodoro spaccato con sale e olio.

Ogni volta che scendo al Sud devo assolutamente comprarne un mazzetto. Poi lo appendo al muro esterno di casa come faceva la nonna e anche se vedo i colli bolognesi anziché le isole Eolie mi sembra di stare lì, a casa sua, il posto più caldo e accogliente del mondo.

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