L’ULTIMO GIORNO – Secondo stralcio tratto dal racconto

«Franca?».

«Oh?».

«Quando muoio io, tu prendi la chiave che ti ho dato, vieni subito in casa mia e quel che ti piace te lo pigli, hai capito?».

Adelina teneva a braccetto la signora Franca camminando, piano, lungo il cortile pieno di buche. 

«Sì, sì, me lo dici tutte le volte che muore qualcuno».

«Ma tu mi rispondi sempre sì sì e basta».

«E che cosa ti devo rispondere?».

«Te lo prometto. Ecco. Promettilo!».

«Va bene, te lo prometto. E se muoio prima io?».

«Eh, niente, se muori prima tu lo chiederò alla Carlina».

«Mh, va be’».

«Franca?».

«Oh?».

«Tu però non me lo dici che se muori prima di me, posso andarmi a prendere le tue cose, vè?».

«Ma cosa ti vuoi prendere? Ho solo roba vecchia, marcia e quattro vestiti bucati. Però…».

«Però che?».

«Le foto, ecco, le foto del mio povero marito e della mia nipotina dell’Australia, quelle no, non voglio che le buttano quando muoio».

«Franca, quale nipotina? Quella ha più di sessant’anni!».

Le due donne iniziarono a ridere, scoprendo le bocche mezze sdentate e vennero immediatamente redarguite da uno dei giovani che ritenne inappropriato quell’atteggiamento ridanciano proprio di fronte alla veglia funebre. 

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UNO STRALCIO DELL’ULTIMO GIORNO

«Ho fatto la ciambella usando la tua ricetta. Oh, se non ti piace dimmelo e lasciala lì, lo sai che io non sono brava come te. Com’è?».

«Dammi il tempo di mandarla giù, Franca».

«Non dici niente, il sapore lo avrai sentito, o no? Ti piace o no?».

«Ma sì…è buona».

«Si capisce quando dici una bugia, vé?».

«Ma sì, è buona… forse è un po’ duretta. Ci avrai messo un po’ troppa farina».

«Guarda che è la tua ricetta, vé?».

«Ma sì, mica ho detto che è cattiva… forse ti è scappata un po’ la mano sulla farina, ecco».

«Ma insomma io ho seguito la tua ricetta, non mi sembra».

«Me lo hai detto tu di dirti la verità, se poi t’offendi…».

«Ma no che non mi offendo, solo che dici che ho messo troppa farina e io, invece, ho messo la farina che mi hai detto tu, vé?».

«Allora com’è che a me, con la stessa ricetta, viene morbida?».

«Oh, insomma, la prossima volta ti faccio lo stufato di salsiccia e fagioli, che quello mi viene bene, eh?».

«Quello sì che è leggero. Mi vuoi far morire nel sonno come la Luisa?».

«Be’ e non saresti contenta?».

«Di morire nel sonno sì ma non per mano tua. Poi ti tocca pure andare in galera».

«Ti preoccupi per me che vado in galera e non per te che muori, sei proprio un bel tipo, vé? Non la finisci la ciambella?».

«No, adesso non mi va. Non ho tanta fame».

«Non hai tanta fame o non ti piace?».

«Ricominciamo da capo? Mi farai tornare la febbre!».

«Per carità, che poi mi tocca andare dal signor Giorgio al posto tuo e Dio solo sa quanto mi ha fatto impazzire la scorsa settimana!».

«Non lo sai prendere».

«Oh insomma, non so prendere il signor Giorgio, non so fare la ciambella, sai cosa ti dico? Adesso vado a casa che son stufa».

«Dai Franca vieni qui che adesso inizia la Maria De Filippi!».

«Oggi chi c’è, il trono dei giovani o dei vecchi?».

«Franca anche i vecchi a nostro confronto sono giovani. C’è sempre il trono dei giovani per quel che ne so».

«Parla per te! Io potrei anche andare a trovarmi un omino se volessi. Eh ridi, ridi. Che ne sai, magari ne trovo uno con i soldi e faccio la signora almeno per gli ultimi anni che mi restano».

«Ah bell’amica che sei! Mi lasceresti qui a marcire tra i topi per un omino della De Filippi?».

«Be’ magari ha un amico ricco per te!».

Le due donne risero di gusto e si accomodarono sul divano per commentare la tv insieme.

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L’ULTIMO GIORNO – Il mio nuovo racconto per la Collana Undici Minuti di Gemma Edizioni

Quando la mia editor mi ha mostrato la copertina ho avuto un sussulto.

Era come se mi avesse letto dentro. Quella donna anziana, di spalle assomiglia in maniera impressionante a mia nonna, al quale questo racconto è dedicato.

L’ho scritto pensando a lei, al suo altruismo e alla sua immensa generosità che hanno fatto sì che restasse nei cuori e nella memoria di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Quando se n’è andata, ciò che mi ha colpito non è stato tanto vedere decine e decine di persone al suo funerale ma ascoltare quelle decine di persone raccontare come sono state aiutate da mia nonna.

Era una donna speciale che ha sempre dato senza chiedere nulla in cambio.

Così è nato L’Ultimo Giorno, pensando a coloro che vivono vite silenziose, spesso ai margini delle società e colmano i loro vuoti riempendo quelli degli altri.

È un racconto breve ma pieno di intensità, amore e delicatezza. Parla di Adelina, un’anziana vedova piena di ricordi, che vive nel palazzo fatiscente di un vecchio quartiere popolare, circondato da anime sole, proprio come lei, ma più smarrite. Adelina, per colmare i suoi vuoti, trascorre le giornate cercando di riempire quelle degli altri, fino a quando, un incontro inaspettato col destino, la riporterà alla leggerezza della vita.

A breve l’e-book sarà presente su tutte le piattaforme. Al momento lo trovate qui.