SOCIETA’ DI NETWORKING: UN NUOVO MODO PER FARE BUSINESS

Dopo mesi in cui ho rimuginato, mi sono documentata, ho studiato e valutato aspetti positivi e negativi, ho deciso di aderire ad un progetto volto al networking e incentrato sul marketing referenziale.

Sono entrata quindi a far parte di BNI un’organizzazione a livello mondiale che si occupa unicamente di creare gruppi composti da professionisti, imprenditori e artigiani del medesimo territorio con lo scopo di aumentare il giro di affari e la qualità del lavoro attraverso lo scambio libero, etico e gratuito di referenze. In ogni gruppo di lavoro c’è solo collaborazione e non concorrenza in quanto vige una regola, fondamentale, ed è che ciascun membro sia l’UNICO rappresentante della sua categoria.
I gruppi sono davvero variegati: c’è il notaio, il carrozziere, il commercialista, la parrucchiera, l’avvocato, l’assicuratore, l’idraulico ecc…  

Tutti questi professionisti si incontrano, si conoscono, stringono relazioni. E’ un ritorno all’antico, a quando le persone si incontravano al mercato stringevano mani e concludeva uno affari. 

La prima volta che me ne hanno parlato, ho subito pensato a quei “giochini piramidali” (vi ricordate l’aeroplanino?) o  multilevel o a relazioni obbligatorie in cui a chi presenta chi spettano “premi”, “regalie”, “provvigioni”. Niente di tutto questo. Non avrei mai aderito.

E’ tutto assolutamente libero. Se un membro del gruppo o un suo conoscente si rivolge a me verrà trattato esattamente come il cliente che viene “da fuori”. Io non ho nessun obbligo nei suoi confronti né di chi mi ha mandato il cliente.

Lo trovo un modo molto intelligente di fare affari. Io che lavoro esclusivamente con il passaparola, ogni mattina mi sveglio e devo sperare che un mio cliente o ex cliente parli bene di me e che mi mandi clienti nuovi. E’ così che mi arrivano le pratiche, da sempre.
Il punto è che questo meccanismo, assolutamente casuale, è lento e per nulla costante.
Questo meccanismo, dentro il gruppo di lavoro, è invece STRUTTURATO e stimolato OGNI SETTIMANA perché ogni settimana io mi interfaccio con un gruppo di professionisti, artigiani e imprenditori che mi conoscono, sanno come lavoro, sanno a quali clienti mi rivolgo e possono presentarmi con i dovuti modi ai loro contatti. E voi sapete meglio di me che un contatto a cui veniamo presentati in un certo modo, più facilmente si trasformerà in un cliente.

 

 

IL NEGOZIANTE BISBETICO-MISERICORDIOSO

Vi devo confessare una cosa che mi infastidisce assai: il negoziante bisbetico-misericordioso.
Sarà capitato anche a voi di presentarvi in un esercizio commerciale ed essere sprovvisti dello scontrino / ricetta / delega / tessera / autorizzazione ecc… e venire ripresi per una serie interminabile di minuti dal negoziante.
La frase di rito, solitamente, inizia con: “Guardi noi non facciamo così ma, per questa volta, chiudo un occhio.”
Fin qui nulla di male.
Insomma: sono nel torto, tu mi stai facendo un favore, io te ne sono grata.

Certo, non è che mi stai regalando una laurea in Astrofisica o un loft sulla quinta strada. Magari siamo in lavasecco e mi stai semplicemente consegnando i vestiti alle ore 15.15 anziché dopo le ore 17.00 come scritto sulla ricevuta che io avrei dovuto leggere.

Ecco. A me la reprimenda di dieci minuti, magari davanti a cinque o sei persone (così la parte dell’esercente misericordioso viene fuori meglio) come se io fossi una scolaretta maleducata, mi dà un urto che voi neppure potete immaginarvelo.

C’è un limite – quello in cui mi dici che non potresti farlo ma lo fai ed io ti rispondo grazie – oltre il quale l’unica cosa che mi viene da dire è:

“Senta, se vuole farmi il favore me lo faccia e la ringrazio, altrimenti, se intende farmelo pesare per quindici minuti siamo a posto così. Uscita da qui, ci sono altri dieci negozi come il suo, lei non è indispensabile per la mia esistenza.”

Sì, è esattamente quello che ho risposto questa mattina.