FICO SOCIAL TOUR

Cosa ci facevo con Sonia Peronaci, Salvatore Aranzulla e una settantina di food blogger a Fico, oggi 24 marzo?

Il Fico Social Tour!

Per festeggiare l’arrivo della Primavera il Consorzio Mortadella Bologna e Sonia Peronaci (per i pochi che ancora non la conoscessero è la fondatrice di Giallo Zafferano) hanno organizzato un tour alla scoperta delle aziende che producono le maggiori eccellenze italiane.

Un viaggio quasi mistico tra i profumi e i sapori del nostro Paese: la profumata mortadella bolognese del Consorzio Mortadella Bologna, il prosciutto crudo Ruliano che si scioglie in bocca, il saporito culatello dell’Antica Ardenga – da mangiare rigorosamente con la torta fritta -, il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano (perché mai scegliere quando si possono mangiare entrambi?) e ancora lo squaquerone del Caseificio Valsamoggia che mi ha fatto venire nostalgia della piadina romagnola, le confetture speciali di Roboqbo, la mitica, unica ed inimitabile amarena Fabbri (l’avete mai gustata dentro un calice di prosecco?), il miele di Mielizia ed il gelato di Carpigiani 

Un salto anche da Oway che non fa prodotti da mangiare ma prodotti per il corpo e per i capelli (e Dio mio che prodotti!) utilizzando solo materie prime biodinamiche ed è molto attenta all’ambiente.

Insomma un tour all’insegna delle eccellenze che tutto il mondo ci invidia e di cui ho già una tremenda nostalgia.

 

 

Federica Caladea e Salvatore Aranzulla

 

 

 

 

MA FICO SARA’ FICO?

C’è stato grande fermento in città all’arrivo di Fico.

Per quei pochi che ancora non sapessero cos’è, si tratta del più grande parco agroalimentare del mondo. Fico è l’acronimo di Fabbrica Italiana Contadina, con due ettari di campi, 40 fabbriche, allevamento di animali, luoghi di ristoro, botteghe, mercati, aule didattiche, teatro, cinema e un centro congressi in grado di ospitare fino a mille persone.

Un progetto ambizioso che mira ad avere oltre sei milioni di visitatori all’anno.

Mi è stata data l’occasione di partecipare ai primissimi eventi organizzati in prossimità dell’apertura. L’anteprima per la stampa e l’inaugurazione vera e propria. Ho quindi visto il parco al massimo del suo splendore e potendo degustare le prelibatezze offerte da ciascun luogo di ristoro presente all’interno.

I prodotti da acquistare sono, senza ombra di dubbio, di alta qualità e, come spesso accade, all’alta qualità si accompagnano prezzi non proprio abbordabili. Diciamo quindi che il supermercato non si presta ad essere un punto di riferimento per la spesa settimanale ma certamente offre prodotti particolari che fanno fare bella figura quando si hanno ospiti a cena o si regalano le ceste natalizie al miglior cliente.

Il parco è di grande impatto, grande nel senso letterale del termine. Un’area immensa, un’architettura non certo avveniristica ma sicuramente originale,    animali che faranno gioire i bambini, cani da tartufo in azione, campi coltivati, laboratori che sfornano biscotti o mozzarelle, il minigolf, una spiaggia con un campo  da beach volley e persino il parrucchiere (assolutamente da provare perché è Oway, ve ne parlai tempo fa qui). C’è anche Cinque, il ristorante di Enrico Bartolini, chef stellato.

Mangiarci non è economico e, considerato che siamo a Bologna, dove la maggior parte delle trattorie regalano esperienze mistiche, l’idea che i bolognesi e i turisti preferiscano Fico ai locali sparsi per la città mi lascia fortemente dubbiosa.

Le critiche, anche feroci, non sono mancate ma la cosa non stupisce dato che il patron di Fico è il tanto chiacchierato Oscar Farinetti. Non entrerò nel merito delle stesse, non ne ho le competenze. Mi limiterò a dire che, nonostante le tante perplessità, da bolognese, faccio il tifo per Fico.

I turisti, non solo stranieri, sono in aumento e l’interesse verso quella che una volta era solo una piccola città di passaggio, sta crescendo in maniera esponenziale. Il parco dovrà essere in grado di rappresentare quel quid che lo porti ad essere inserito nel programma di visita del turista. Se Fico sarà in grado di stuzzicare in maniera continuativa la curiosità dei visitatori e  di offrire sempre qualcosa di innovativo, ci sono buone possibilità che sopravviva.

IL PRODOTTO DEL MESE: OWAY E L’ESPERIENZA MULTISENSORIALE

La mia ricerca volta a trovare i migliori prodotti per i capelli, questo mese, mi ha portato ad Oway, un’azienda che ha fatto della green chemestry il suo punto di forza.
Prima di parlarvi dei prodotti che ho provato, mi piacerebbe raccontarvi di come nascono, perché non tutti (e mi ci metto anche io) leggiamo o sappiamo leggere le etichette, ignorando quanto sia importante puntare il più possibile su ingredienti di origine naturale.
In media noi donne applichiamo sulla nostra pelle più di 200 sostanze chimiche e circa il 60% di queste sostanze viene assorbito dal nostro corpo. Inquietante eh?
Tutti i prodotti Oway sono composti da un minino di 98,8% di principi attivi, oli essenziali ed emollienti di derivazione naturale, biologica, biodinamica ed etica. Per chi ancora non lo sapesse gli ingredienti biodinamici sono i più puri, concentrati ed efficaci in quanto provengono da coltivazioni in cui non sono stati usati pesticidi, insetticidi e fertilizzanti sintetici.
Ho quindi provato alcuni dei loro prodotti e l’ho fatto nel migliore dei modi: attraverso la Oway Head SPA.
Lo sapete che anche per i capelli esistono percorsi SPA? Ebbene sì e posso garantirvi che sono assolutamente da provare (e riprovare e riprovare…).
Per questa esperienza, per me totalmente nuova, sono stata al Chimica Zero Loft (in via Fratelli Rosselli 8 ab – sul sito trovate tutti i trattamenti, anche estetici, e i prezzi), un luogo dall’atmosfera Nord Europea, suddiviso in diversi ambienti, sia ampi che piccoli e riservati, ciascuno dedicato ad un’attività diversa, per vivere una vera e propria esperienza multisensoriale personalizzata.
Il mio percorso è iniziato con un piacevolissimo e rilassante massaggio di benvenuto (welcome cerimony) alla testa, al collo e alle braccia, secondo una sequenza precisa, con un olio essenziale al bergamotto (Bergamot Essential).
Successivamente, mi è stata fatta la diagnosi del cuoio capelluto e dello stelo del capello grazie all’utilizzo della tricocamera. Oltre ad esaminare lo stato di salute della mia testa (che se proprio volete saperlo era ottimo – scusate il momento autocelebrativo), l’analisi è fondamentale per personalizzare il trattamento, utilizzando i prodotti più adatti al proprio capello.
Successivamente, mi è stata fatta una doppia maschera. Sulla cute una maschera all’argilla e salvia, mentre sulle lunghezze una maschera formata dalla combinazione di due prodotti: il Glamorous Balm (un burro con mirto, olio di bergamotto e melone del Kalahari) e l’Alluring Oil (alloro, olio di mandorla e melone del Kalahari). Il profumo assolutamente puro e naturale degli ingredienti ve lo lascio immaginare.
Dopo essere stata in posa per una ventina di minuti sotto al calore di una lampada ad irradiazione di infrarossi, mi sono trasferita al lavello per il lavaggio e qui è avvenuta l’altra piacevole sorpresa.
Per sciacquare e lavare i capelli c’è una stanza apposita, intima e riservata, in cui c’è un solo lavello e, anziché la classica poltrona, una chaise longue massaggiante. Il lavaggio è avvenuto con altri due prodotti Oway: Moisturazing Hair Bath (con salvia, eufrasia, teak e mahogany) e la Moisturazing Hair Mask (con nocciole, miele, murumuru e olio di macadamia). Un toccasana per i capelli ma anche per il mio olfatto!

Per la fase finale di asciugatura e piega, mi sono trasferita in un’altra saletta, sempre riservata, nella quale la talentuosa Sabrina mi ha fatto una piega a dir poco perfetta (e voi sapete quanto io sia maniacale quando si tratta di piega!). Successivamente, sul capello asciutto, mi è stato applicato il Glossy Nectar, un olio ristrutturante per lucidare, nutrire e ristrutturare i capelli.

Sono rimasta realmente colpita da Oway. Non solo per la scelta di utilizzare prodotti biodinamici ed etici e all’attenzione per l’ambiente – assolutamente doverosa di questi tempi – ma per l’altissima qualità ottenuta dall’utilizzo di ingredienti puri e naturali. I miei capelli erano leggeri, delicatamente profumati, lucidi e super idratati.

Ovviamente non potevo uscire a mani vuote e con la scusa di continuare il mio percorso di benessere dedicato a corpo e capelli, ho acquistato alcuni dei prodotti utilizzati durante il trattamento, più il Detox Body Bath, un gel doccia detossinante e anti-aridità per il corpo.
Il packaging Oway è davvero raffinato e, ovviamente, riciclabile al 100% essendo solo in vetro trasparente o alluminio.

Se volete acquistare i prodotti Oway rivolgetevi a Betrix (per le zone di Bologna, Modena, Ferrara, Imola, Firenze, Massa, Lucca, Prato e Pistoia); per tutte le info potete andare sul loro sito, sulla loro Pagina Facebook oppure chiamare lo 051 572258. Per tutte le altre zone d’Italia, potete invece scrivere direttamente alla Oway alla sezione “Contatti”.

Qui sotto trovate le foto che documentano passo dopo passo la mia Oway Head SPA

Massaggio Welcome Cerimony con Bergamot Essential Oway
Olio Bergamot Essential Oway
Welcome cerimony (massaggio che comprende testa, collo e braccia)

 

Tricho-Analyzer (esame del capello con tricocamera)

 

Maschera all’argilla e salvia

 

Dettaglio della maschera preparata al momento con argilla e salvia

 

Alluring Oil e Glamorous Balm Oway

 

Maschere in posa sotto la lampada ad irradiazione di infrarossi
Al lavello con Moisturazing Hair Bath e Moisturazing Hair Mask
Un dettaglio di uno degli spazi di ChimicaZero Loft
Oway
Con Francesca Ventura (al centro), responsabile di ChimicaZero Loft e Sabrina, che mi ha accompagnato in tutto il percorso HEAD SPA
I miei acquisti

 

 

 

Effetto OWAY HEAD SPA