ILLUMINIAMOCI!

Le giornate si allungano, diventano più luminose e, in questa stagione, ricomincia la voglia di dare luce al proprio corpo.

Di solito, con l’arrivo della primavera, schiarisco i capelli e anche il trucco. Da tempo mi faceva gola il make up di Chiara Ferragni e quell’effetto luminoso che ha sul viso.

Come sempre accade quando decido di sperimentare nuovi make up, il primo passaggio è da Kiko. Si riduce la spesa, il rischio e anche i sensi di colpa se la sperimentazione dovesse essere un fallimento.

Ho scoperto così, per puro caso, che Kiko ha fatto uscire due nuove linee di make up dedicate alla Primavera e all’Estate, rispettivamente Spring 2.0 e Summer 2.0, entrambe dai colori naturali e luminosi.

Della linea Spring 2.0 ho acquistato l’illuminante  Natural Colour HighLighter . Ha sia proprietà correttive che illuminanti e la sua texture ha un effetto leggero e naturale. Va utilizzato per dare luce in determinati punti del viso come la zona sopra lo zigomo, il centro fronte e il mento (io però lo utilizzo solo sugli zigomi). Può essere utilizzato sia da solo, come blush, sulle guance per un effetto molto naturale e delicato, oppure unicamente come illuminante, sopra il make up abituale.

Dato che l’illuminate richiede un’applicazione molto precisa ho acquistato anche il pennello da viso Kabuki Brush della linea Spring 2.0.

Della linea Summer 2.0, invece, ho acquistato il fard Baked Blush Coral Bay che ha una texture in polvere cotta, effetto mat. Il colore è molto forte, quindi ne va usata una piccolissima quantità e, devo ammetterlo, ci sto ancora prendendo la mano per evitare le gote alla Heidi. Però, una volta applicato, dura dalla mattina fino alla sera senza bisogno di ritocco (e per me è fantastico perché ho detto definitivamente addio all’ “effetto anemico” di metà giornata). Anzi, dopo un po’ di tempo, quando si è uniformato perfettamente al viso, è ancora più bello.

Infine, sempre per la linea Summer 2.0 ho acquistato l’illuminante viso Golden Shell . Si tratta in questo caso di una texture liquida da usare sul viso o anche su tutto il corpo. Poche gocce color oro che possono essere mescolate al fondotinta, alla crema corpo o viso per una luminosità diffusa oppure “picchiettando” alcune gocce sul viso, dopo aver steso il fondotinta, per illuminare determinate zone (io lo uso solo sulla zona sopra lo zigomo e sotto l’arcata sopracciliare).

ATTENZIONE!

Un unico consiglio: se come me non avete (ahimè) più vent’anni, state molto attente a come usate l’illuminante perché se è vero che nelle zone giuste, regala un’aria più fresca e radiosa, è anche vero che mette in evidenza le rughe, pure le più piccole! Perciò state lontano dal contorno occhi, dalla fronte e dalle rughe naso labiali, se le avete.

Golden Shell
natural Colour Higlighter – 01 Iridescent Rose
Baked Blush Coral Bay
Kabuki Brush

 

CIGLIA GRANDIOSE CON LANCOME

Di mascara ne ho provati tanti ma alla fine torno sempre al vecchio amore che, per me, resta Hypnôse di Lancôme.

L’ultima volta che sono andata in profumeria però sono stata attratta dal nuovo arrivato.

Si chiama Grandiôse e, devo ammetterlo, è davvero sorprendente.

La particolarità di questo mascara sta nell’applicatore a Collo di Cigno che consente di raggiungere perfettamente anche gli angoli dell’occhio. Grazie allo stelo curvo e allo scovolino ad alta precisione è possibile rivestire tutte le ciglia dalla radice alla punta creando il tanto desiderato effetto a ventaglio.

All’interno della confezione trovate il foglietto illustrativo che mostra tutti i passaggi per usare al meglio l’applicatore. E’ più facile a dirsi che a farsi. Basterà seguire le indicazioni un paio di volte e, successivamente, l’applicazione vi verrà naturale.

FAMO A CAPISSE

Famo a capisse è una frase che amo molto perché in un mondo in cui siamo circondati da parole, post, proclama, diktat e milioni di bla, bla, bla e in cui tutti parlano ma pochi ascoltano, con l’uso di sole tre parole, puoi far passare il seguente messaggio: “Fermati, guardami, sturati le orecchie, ascolta bene ciò che ti sto dicendo ed immagazzinalo perché non te lo ripeterò più.”

FAMO A CAPISSE.
I social esistono ormai da parecchi anni. Internet, Whatsapp, Telegram, Messenger, la geolocalizzazione e ogni altra diavoleria (come direbbe mio nonno) non solo non hanno più segreti ma vengono utilizzati ormai da chiunque per chiunque.
Scriviamo all’avvocato su Whatsapp per chiedere un parere, su Messenger fissiamo appuntamenti con l’estetista, su Facebook chiediamo consulti medici, su Twitter cerchiamo la casa vacanza.
Internet è il nostro burattino e i vari dispositivi sono i fili che, con grande maestria, noi muoviamo, senza regole e senza misura, raggiungendo chiunque e qualunque cosa.
In questo rapidissimo evolversi delle nostre abitudini, tutti quegli atteggiamenti e quei modi di dire e fare, una volta prettamente riservati all’ambito strettamente confidenziale, sono diventati universali, dei passepartout che aprono qualunque porta senza preoccuparsi di concetti come privacy, educazione, rispetto e legalità.

Ma FAMO A CAPISSE.
Il fatto che si possa fare tutto, non significa che si debba fare tutto.
Il fatto che io abbia il numero di cellulare di un professionista, non significa che possa chiamarlo a qualsiasi ora del giorno o durante il week end.
Il fatto che il mio smartphone mi consenta di agganciarmi al Whatsapp del dottore, non significa che io possa chiedere un consulto mandando un messaggio di 78 righe come se scrivessi sul forum di AlFemminile.com.
Il fatto che un social chiamato Facebook ci chiami “amici” nonostante ci si conosca tramite la condivisione di un “Buongiornissimo, kaffèèè?” e una foto profilo, non mi autorizza a scriverti in privato per chiederti che lavoro fai e quanto guadagni.
Il fatto che io decida di inserirmi in una chat della classe o dell’asilo non significa che debba intasare la chat stessa di messaggi polemici lunghi quanto un romanzo breve perché dall’astuccio della mia Domitilla è sparita una gommina dei topi del Parmareggio o per scambiarmi la ricetta del polpettone in ventisette varianti.

La goccia che ha fatto traboccare il mio vaso ormai stracolmo, è stato questo episodio. Oggi ho letto di una mamma che, pensando di fare una cosa utile, ha inviato alla chat dell’asilo una foto della sua bimba per mostrare che aveva avuto una dermatite da contatto. Il suo (nobile) intento era, semplicemente, quello di avvisare i genitori nel caso notassero gli stessi segni sul corpo dei loro bimbi. Queste foto sono uscite dalla chat dei genitori della classe e sono state inoltrate a chiunque. Di chat in chat, sono state diffuse per tutta la scuola creando allarmismo. Senza contare il fastidio di essere fermata per strada da sconosciuti che le chiedevano come stava la bimba dopo aver visto le foto (sigh!). Lei ha reso pubblica la vicenda ed è arrivato l’immancabile commento che diceva così: “Basta non condividere i cazzi propri. Adesso lo hai imparato.”

Allora FAMO A CAPISSE.
Deve essere per forza così?
Siamo sicuri che basti sempre e solo dire: “Lo hai fatto tu, la colpa è tua?”
Il buonsenso ed il rispetto dove li mettiamo?

Siamo per caso animali, pecore, automi che necessitano di essere sgridati, minacciati, puniti, messi in riga altrimenti siamo autorizzati a dire e fare sempre e solo quello che ci pare?

Abbiamo bisogno di una legge che ci dica che siamo dei delinquenti se scriviamo “cagna” sotto alla foto di una ragazza scollata su Facebook?

Abbiamo bisogno di sentirci dire due, tre, quattro volte di non chiamare all’ora di pranzo o cena al cellulare delle persone?

E’ vero, noi siamo responsabili di ciò che diciamo, postiamo, facciamo.
E’ vero, rendere pubblico un pensiero o un’immagine è come mettere una barchetta di carta su un corso d’acqua: una volta lasciata andare, non potremo più controllarla e prevedere quale sarà la sua sorte.
Ma è anche vero che il fatto che si possa fare tutto non significa che si debba fare tutto.
Non è troppo tardi per capirlo.

Famo a capisse.

MARZO 2017

Ultimo giorno di Marzo.

Ho fatto delle belle foto, in giro per la città, tra ieri e oggi. Non ho scoperto posti nuovi, no. Sono le stesse strade che percorro quotidianamente. Ad essere diversa sono io. Sì, perché dopo tanto tempo, ho ricominciato a camminare alzando lo sguardo. Mi sono guardata intorno, ho notato dei dettagli, mi sono accorta delle cose. Cose che prima non avevo tempo, voglia, forza di guardare.

Mi sono affezionata a questo Marzo come se fosse una persona perché mi ha fatto stare bene come non stavo da tanto tempo. Troppo tempo. Forse più di un anno.

Mi sono ricordata come ci si sente quando si è sereni.

Guardate che è brutto e bello allo stesso tempo ricordarsi una cosa così. Fa quasi impressione non sapere cosa sia la serenità ed è una boccata di ossigeno bella grande sapere che cos’è la serenità.

Non lo so cosa mi riserverà Aprile, e i mesi a venire. Non lo so proprio.

Ma a Marzo dico grazie. Qualunque cosa accada.

LE SHOPPING BAG A PANNELLI, LA NOVITA’ DI PINKO PERFETTA PER LA PRIMAVERA E L’ESTATE

Con l’arrivo della primavera arriva anche la voglia di buttarsi alle spalle il grigiume dell’inverno e riempirsi di colori, ogni giorno diversi.

Le vetrine sono piene di splendidi oggetti da acquistare, che aumentano la voglia di nuovo che ci pervade ad ogni cambio stagione ma che, non sempre, possiamo permetterci.

Le nuove shopping bag di Pinko in questo sono perfette. Vengono vendute a pannelli, di diversi colori che, grazie alle zip laterali, si uniscono tra loro creando borse bicolour.

Ogni giorno, quindi, potete mixare le componenti ed avere una shopping bag diversa. Potete scegliere tra oltre dieci colori diversi, compreso l’oro e l’argento.

Io ho acquistato questi tre pannelli: nero, rosa antico e bianco.

Trovate tutte le info su sito di Pinko: www.pinko.com

IL PRODOTTO DEL MESE: FACE 04 DI KIKO

Lo so, lo so che appena avete letto il titolo avete storto il naso.

Ma ora vi racconto cosa è successo e sono certa che la maggior parte di voi si identificherà e mi dirà: “E’ capitato anche a me!”

Parecchio tempo fa, sono andata in profumeria per acquistare un fondotinta e ho fatto l’errore madornale di dichiarare che lo stendo con le dita.

La commessa mi ha guardato inorridita. Ha proprio sgranato gli occhi, come se le avessi detto che per hobby mi diverto a bastonare i vecchietti per strada. Insomma spalmare il fondotinta con le dita non si fa, pare sia un reato.

Ovviamente mi sono sentita in colpa, come se veramente andassi per strada a bastonare i vecchietti. Così mi sono fatta convincere (=abbindolare) ad acquistare il super pennello in peli di Mammut albino dell’Himalaya Limited Luxury Edition. Mi è costato più il pennello del fondotinta (perché ovviamente un pennello normale NON si può usare).

Il mattino dopo, ero pronta a sentirmi nuovamente meritevole di respirare la stessa aria dei comuni mortali, avendo in mano il pennello in peli di Mammut albino dell’Himalaya Limited Luxury Edition. Ho iniziato a usare questo coso dando delle spennellate sgraziate come un imbianchino alle prime armi. Un disastro. Pensavo fosse l’inesperienza ma dopo tre o quattro giorni la situazione non era migliorata e ho abbandonato presto l’arnese sentendomi pure in colpa per il povero Mammut sacrificato inutilmente.

Ovviamente sono tornata ad usare le mani e a mentire spudoratamente alle commesse ogni volta che acquistavo un fondotinta.

Poi, dopo anni, l’altro giorno, è arrivato LUI.

FACE 04 STIPPLING FOUNDATION BRUSH DI KIKO

Alcune ragazze di cui ho piena fiducia me ne hanno parlato benissimo e, visto il costo davvero basso (€ 13,95) ho deciso di provare.

Sentite, UN INCANTO.

Non va “spalmato” ma picchiettato sul viso, e non so quale sortilegio avvenga ma vi garantisco che il fondotinta sembra nebulizzato. Si stende perfettamente, in maniera uniforme e, secondo me, dura anche più del solito.

Ovviamente è sempre buona cosa usare una buona crema idratante come base e, ça va sans dire, un ottimo fondotinta.

Provate e fatemi sapere!

 

AGNESE, IL RACCONTO CHE INAUGURA LA COLLANA UNDICIMINUTI DI GEMMA EDIZIONI

Ho l’onore e l’immenso privilegio di inaugurare Undiciminuti, la collana di e-book di Gemma Edizioni con il racconto Agnese, già disponibile su Amazon ,  bookrepublic.it , Mondadori Storefeedbooks. com e tra pochissimi giorni anche sul sito www.gemmaedizioni.it al costo di € 0,99.

AGNESE
Dopo la morte della nonna, Agnese diventa l’unica erede di un amore segreto e travolgente.
Un lascito difficile da gestire, un racconto delicato sulla perdita e la riconquista dei sentimenti.

Perché sua nonna le aveva lasciato quella scatola? Che cosa conteneva? E perché non gliene aveva mai parlato? La morte era giunta improvvisa ed era quindi evidente che quel pacco fosse stato preparato in tempi non sospetti affinché l’anziana donna fosse certa che arrivasse nella mani della nipote.
Tirò lo spago avvolto intorno alla scatola ma era annodato con forza e servirono un paio di forbici per tagliarlo. Uno spesso scotch da pacco, poi, sigillava ogni possibile apertura. Probabilmente la nonna temeva che qualcuno tentasse di dare una sbirciata al contenuto. La curiosità di Agnese aumentò, cosa ci poteva essere lì dentro di così prezioso?

(AGNESE, Federica Caladea)

AGNESE

Sta arrivando Agnese.
In attesa di scoprire chi è, ieri sera il suo hashtag ha raggiunto la top trend di Twitter, piazzandosi per qualche ora, in prima serata, al terzo posto e generando migliaia di tweet.
Si può lasciare in eredità il ricordo di un amore?
Se avete voglia, lasciatemi un commento e raccontatemi che cosa avete ereditato dai vostri nonni. Ovviamente non mi interessano le questioni patrimoniali e i lasciti. Parlo di gesti, modi di dire, abitudini o qualsiasi altra cosa che pensate di aver preso da loro.

 

 

LISTERINE SMART RINSE: IL COLLUTTORIO MAGICO

Oggi voglio dedicare un post alla cura dei più piccoli. In particolare all’igiene orale che, troppo spesso, viene trascurata nell’erronea convinzione che i denti dei bambini abbiano bisogno di meno cure.

Sarà che da piccola ho sofferto moltissimo di mal di denti, sarà che sono fermamente convinta che certe abitudini, prese da piccini, possano aiutare a ridurre sensibilmente le sedute (e i costi!) del dentista, io ho una vera fissazione per l’igiene orale dei bambini e dopo essere riuscita ad introdurre l’uso del filo interdentale, ora è il turno del collutorio.

Devo dire che Listerine mi ha dato una grossa mano. Il collutorio Smart Rinse, infatti, oltre ad avere un ottimo aroma, è magico grazie alla “tecnologia calamita”. In pratica attrae e colora i residui di cibo che lo spazzolino non riesce ad eliminare, trasformandoli in piccole palline rosa.

I bambini, quindi, quando si sciacquano la bocca possono verificare se hanno lavato davvero bene i denti in base a quante palline rosa ci sono. Il loro scopo, ora, è diventato quello di lavarsi accuratamente per evitare di trovare tracce rosa nel lavandino.

Loro giocano, noi risparmiamo i soldi del dentista!

Il colluttorio è solo per bambini dai 6 anni in su. Lo trovate al supermercato.